04Set

Si è svolto nei giorni scorsi, presso il Polo Formativo delle Entrate di Venezia, in via De marchi 16, un seminario dal titolo “Le acquisizioni digitali nelle indagini fiscali: profili normativi e stato dell’esperienza operativa”, alla cui organizzazione hanno collaborato la Direzione delle Entrate del Veneto, il Comando Regionale della Guardia di Finanza e la Direzione Territoriale Veneto e Friuli-Venezia Giulia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Hanno preso parte all’incontro i rappresentanti di vertice delle tre Amministrazioni, a testimonianza dell’importanza dell’evento e della strategicità dei temi trattati: per l’Agenzia delle Entrate la Direttrice Regionale, Maria Letizia Schillaci Ventura, e il Direttore Centrale Tecnologie e innovazione, Giuseppe Buono, per la Guardia di Finanza il Comandante Regionale,  Gen. D. Riccardo Rapanotti, infine per l’Agenzia delle Dogane il Capo Ufficio Gestione progetti, servizi e sicurezza, Danilo Bottone e Franco Letrari, Direttore Interregionale Veneto e Friuli Venezia Giulia. L’evento si inserisce nell’alveo di una ormai consolidata collaborazione inter-istituzionale nell’attività formativa, che in questi ultimi anni è stata sempre più focalizzata su temi innovativi legati alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi e organizzativi degli operatori economici. Chi svolge indagini fiscali, infatti è chiamato a stare al passo con la sempre più veloce evoluzione sociale ed economica e conseguentemente a prevedere, e per molti aspetti ad anticipare, le ricadute che tali trasformazioni hanno sull’attività di controllo, come è stato sottolineato da tutti i rappresentanti delle tre Amministrazioni nei loro interventi introduttivi ai lavori.

Donato Pistone, della Sezione Analisi e strategie antifrode, nella prima relazione della mattinata ha affrontato gli aspetti normativi e di prassi legati alle acquisizioni digitali nel campo delle indagini tributarie. La correttezza dal punto di vista giuridico delle acquisizioni digitali è un fattore dirimente e particolarmente delicato, soprattutto in considerazione dell’elevata complessità del quadro normativo che regola questo ambito di attività. Le trasformazioni tecnologiche, infatti, hanno creato nuovi beni giuridici da proteggere (come ad esempio i “dati informatici”) e conseguentemente la necessità di stabilire una nuova terminologia e specifiche regole di controllo e procedure di indagine.

Successivamente il Tenente Colonnello Marco Stella e il Maggiore Aurora Restivo del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia, rispettivamente Comandante del Gruppo Tutela Spesa Pubblica e Capo della Sezione Informatica Investigativa, hanno descritto l’esperienza della Guardia di Finanza nell’ambito della Digital Forensics in particolare per ciò che concerne gli aspetti organizzativi e operativi. Il Corpo, infatti, si è dotato oramai da anni di specifiche figure qualificate in questo ambito denominate First Responder e unità CFDA (Computer Forensics & Data Analysis), che hanno il compito di identificare, raccogliere, conservare e analizzare le prove digitali nell’ambito delle attività di indagine, con competenze relativamente diverse: la prima figura interviene nella fasi iniziali di un’attività ispettiva acquisendo le prove digitali con la responsabilità della loro gestione e preservazione, la seconda ha conoscenze specialistiche per affrontare anche una grande varietà di operazioni tecniche e analitiche. Il processo di Digital Forensics, infatti, è suddiviso in diverse fasi, ognuna delle quali richiede la gestione di specifiche criticità. Nella prima fase di identificazione è necessario individuare quali tra gli apparati in possesso dei soggetti sottoposti ad attività di controllo siano in grado di memorizzare informazioni digitali attendibili ed inerenti all’indagine. Successivamente, nelle fasi di raccolta e acquisizione, è fondamentale assicurare la conservazione di tali dati e impedirne l’alterazione, utilizzando specifiche procedure e strumentazioni, per garantirne l’attendibilità ed ammissibilità in giudizio. Sono state inoltre illustrate le principali tecnologie di cui sono dotate le unità CFDA per essere impiegate proficuamente a supporto delle attività operative.

Nell’intervento successivo, a cura dei funzionari Renato Demarchi e Giovanni Fedrighi della Direzione Territoriale Veneto e Friuli-Venezia Giulia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stata proprio ribadita la delicatezza della fase di identificazione e acquisizione dei dati informatici.

Nell’ultimo intervento della giornata i responsabili dell’Ufficio analisi del rischio e dell’Ufficio tecnologie e Innovazione della Direzione Regionale delle Entrate, Enrico Di Pol e Felice Ungheri, hanno ripercorso l’esperienza del Nucleo di Investigazioni Digitali, avviata in Veneto nel 2010 e successivamente estesa a livello nazionale, con lo scopo di individuare i metodi e le procedure più adatte per l’acquisizione e la gestione dei dati informatici nelle attività di controllo. Il Nucleo ha anche sviluppato dei software ad hoc a supporto dei funzionari tributari nella gestione degli aspetti legati alla Digital Forensics durante gli accessi esterni.

A conclusione dei lavori la Direttrice Regionale del Veneto, Maria Letizia Schillaci Ventura, e il Direttore Centrale Tecnologie e Innovazione, Giuseppe Buono, hanno sottolineato quanto aumentare queste competenze all’interno dell’Agenzia delle Entrate, creando anche un’uniformità organizzativa e delle dotazioni tecnologiche a livello nazionale, sia la strategia da perseguire per rendere l’attività di verifica sempre più efficace e produttiva.