04Set

Agenzia e commercialisti sull’utilizzo dei servizi telematici

Mercoledì 19 giugno si è svolto presso il Polo formativo della Dr Veneto, in via De Marchi 16 a Venezia-Marghera, l’incontro del tavolo operativo regionale tra l’Agenzia delle entrate e gli Ordini provinciali dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Tra i presenti il Capo Settore Servizi, Torquato Marù, e la Capo Ufficio Servizi Fiscali, Cristina Berto. Tema dell’incontro l’utilizzo dei canali e dei servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia da parte degli appartenenti all’Ordine. I dati riguardanti il Veneto sono particolarmente positivi, soprattutto per ciò che concerne il canale Civis e il servizio Rli per la registrazione telematica dei contratti di locazione. Per quest’ultimo la percentuale di utilizzo, rispetto al totale delle registrazioni, è al momento la più alta a livello nazionale: nel 2023 gli utenti veneti hanno registrato un contratto d’affitto mediante il canale online in oltre il 97% dei casi. L’appuntamento allo sportello, quindi, risulta una modalità del tutto residuale per questa tipologia di lavorazione. Ciò testimonia anche il consolidato rapporto di fiducia e collaborazione tra commercialisti e Agenzia in regione.

Nonostante gli ottimi risultati esistono ancora dei margini di miglioramento, in particolare per ciò che concerne l’utilizzo degli strumenti di più recente implementazione, come ad esempio il servizio “Consegna documenti e istanze”. A tale proposito nel corso dell’incontro si è discussa l’ipotesi di organizzare dei momenti formativi indirizzati ai professionisti dedicati a questo servizio. L’incontro è stato anche un’occasione per esaminare le segnalazioni degli iscritti all’Ordine riguardanti alcune problematiche e disallineamenti che ancora possono verificarsi nell’utilizzo dei servizi telematici. La Direzione regionale considera queste segnalazioni un feed back prezioso al fine del continuo miglioramento e della piena implementazione di tali strumenti.

A loro volta i rappresentanti dell’Agenzia hanno fornito alcuni suggerimenti e indicazioni in merito, ad esempio, alle istanze Civis, le cui motivazioni dovrebbero essere redatte in modo dettagliato, completo ed esaustivo al fine di favorirne il buon esito ed evitarne il rigetto da parte degli uffici oppure la tempestiva presentazione della dichiarazione integrativa a correzione degli errori commessi nella dichiarazione originaria che hanno determinato l’esito 36-bis/54-bis prima di acquisire l’istanza Civis. Al termine della riunione è stata ribadita l’importanza della collaborazione tra Agenzia e professionisti e il reciproco vantaggio nell’utilizzo sempre più diffuso e sistematico dei servizi fiscali online, in particolare per quelli dedicati all’utenza professionale.

04Set

Incontro dell’Agenzia con gli studenti di Ca’ Foscari

Martedì 25 giugno l’Agenzia delle entrate ha incontrato online gli studenti e i neolaureati dell’Università Ca’ Foscari di Venezia per illustrare le modalità di assunzione e sulle caratteristiche del lavoro in Agenzia delle entrate: la varietà dei profili professionali presenti all’interno dell’Amministrazione, le competenze più richieste, la necessità di formazione continua, i mutamenti indotti dalle nuove tecnologie sulle attività quotidiane, la valorizzazione del lavoro di squadra e del learning on the job.

Responsabili e funzionari della Direzione regionale Veneto e delle Direzioni provinciali di Venezia e Padova hanno riportato agli studenti, appartenenti in prevalenza a percorsi di studio affini all’area economica, la propria esperienza personale legata al lavoro in amministrazione, soffermandosi in particolare sulle opportunità di sviluppo professionale offerte dall’Agenzia.

La Direzione Regionale del Veneto ha svolto nel corso del 2023 e del 2024 analoghe iniziative presso gli atenei della regione, in vista della pubblicazione di procedure concorsuali per l’assunzione di funzionari tributari (vedi articolo: L’Agenzia incontra i talenti: la Dr Veneto al Recruiting day).

Per informazioni su analoghe attività dell’Agenzia o sull’opportunità di effettuare stage curricolari presso gli uffici è possibile scrivere a dr.veneto.comest@agenziaentrate.it

04Set

Fisco e Scuola. La premiazione del concorso “Caro Sindaco…”

Premiati nella Sala ‘De Lucia’ della Direzione regionale della Campania gli istituti scolastici vincitori del concorso “Caro Sindaco…”, promosso dall’Agenzia delle Entrate nell’ambito del progetto ‘Fisco e Scuola’.

Le scuole partecipanti hanno elaborato un progetto di valorizzazione della propria città da realizzarsi con i proventi di tasse e imposte, illustrando le proposte con fumetti, video e altre forme espressive. Sei gli istituti scolastici premiati, due per ciascun ordine e grado:

  • per le scuole primarie: il 2°Circolo didattico ‘De Filippo’ di Giugliano e l’Istituto paritario ‘Santa Teresa del Bambino Gesù di Salerno’;
  • per le scuole secondarie di primo grado l’Istituto comprensivo ‘Laurenza’ di Teano e l’Istituto comprensivo ‘Ripa’ di Eboli;
  • per le scuole secondarie di secondo grado l’Istituto ‘Fermi’ di Montesarchio e il Liceo scientifico ‘da Vinci’ di Vallo della Lucania.

Menzioni speciali per l’Istituto Comprensivo ‘Wojtyla’ di Arzano e per il Convitto ‘Colletta’ di Avellino.

Il progetto Fisco e Scuola mira a diffondere tra le giovani generazioni la cultura della legalità fiscale. In Campania ogni anno i funzionari dell’Agenzia incontrano alunne e alunni di decine di scuole primarie e secondarie con iniziative di informazione e sensibilizzazione sul tema.

04Set

Acquisizioni digitali nelle indagini fiscali, un seminario a Venezia

Si è svolto nei giorni scorsi, presso il Polo Formativo delle Entrate di Venezia, in via De marchi 16, un seminario dal titolo “Le acquisizioni digitali nelle indagini fiscali: profili normativi e stato dell’esperienza operativa”, alla cui organizzazione hanno collaborato la Direzione delle Entrate del Veneto, il Comando Regionale della Guardia di Finanza e la Direzione Territoriale Veneto e Friuli-Venezia Giulia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Hanno preso parte all’incontro i rappresentanti di vertice delle tre Amministrazioni, a testimonianza dell’importanza dell’evento e della strategicità dei temi trattati: per l’Agenzia delle Entrate la Direttrice Regionale, Maria Letizia Schillaci Ventura, e il Direttore Centrale Tecnologie e innovazione, Giuseppe Buono, per la Guardia di Finanza il Comandante Regionale,  Gen. D. Riccardo Rapanotti, infine per l’Agenzia delle Dogane il Capo Ufficio Gestione progetti, servizi e sicurezza, Danilo Bottone e Franco Letrari, Direttore Interregionale Veneto e Friuli Venezia Giulia. L’evento si inserisce nell’alveo di una ormai consolidata collaborazione inter-istituzionale nell’attività formativa, che in questi ultimi anni è stata sempre più focalizzata su temi innovativi legati alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi e organizzativi degli operatori economici. Chi svolge indagini fiscali, infatti è chiamato a stare al passo con la sempre più veloce evoluzione sociale ed economica e conseguentemente a prevedere, e per molti aspetti ad anticipare, le ricadute che tali trasformazioni hanno sull’attività di controllo, come è stato sottolineato da tutti i rappresentanti delle tre Amministrazioni nei loro interventi introduttivi ai lavori.

Donato Pistone, della Sezione Analisi e strategie antifrode, nella prima relazione della mattinata ha affrontato gli aspetti normativi e di prassi legati alle acquisizioni digitali nel campo delle indagini tributarie. La correttezza dal punto di vista giuridico delle acquisizioni digitali è un fattore dirimente e particolarmente delicato, soprattutto in considerazione dell’elevata complessità del quadro normativo che regola questo ambito di attività. Le trasformazioni tecnologiche, infatti, hanno creato nuovi beni giuridici da proteggere (come ad esempio i “dati informatici”) e conseguentemente la necessità di stabilire una nuova terminologia e specifiche regole di controllo e procedure di indagine.

Successivamente il Tenente Colonnello Marco Stella e il Maggiore Aurora Restivo del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia, rispettivamente Comandante del Gruppo Tutela Spesa Pubblica e Capo della Sezione Informatica Investigativa, hanno descritto l’esperienza della Guardia di Finanza nell’ambito della Digital Forensics in particolare per ciò che concerne gli aspetti organizzativi e operativi. Il Corpo, infatti, si è dotato oramai da anni di specifiche figure qualificate in questo ambito denominate First Responder e unità CFDA (Computer Forensics & Data Analysis), che hanno il compito di identificare, raccogliere, conservare e analizzare le prove digitali nell’ambito delle attività di indagine, con competenze relativamente diverse: la prima figura interviene nella fasi iniziali di un’attività ispettiva acquisendo le prove digitali con la responsabilità della loro gestione e preservazione, la seconda ha conoscenze specialistiche per affrontare anche una grande varietà di operazioni tecniche e analitiche. Il processo di Digital Forensics, infatti, è suddiviso in diverse fasi, ognuna delle quali richiede la gestione di specifiche criticità. Nella prima fase di identificazione è necessario individuare quali tra gli apparati in possesso dei soggetti sottoposti ad attività di controllo siano in grado di memorizzare informazioni digitali attendibili ed inerenti all’indagine. Successivamente, nelle fasi di raccolta e acquisizione, è fondamentale assicurare la conservazione di tali dati e impedirne l’alterazione, utilizzando specifiche procedure e strumentazioni, per garantirne l’attendibilità ed ammissibilità in giudizio. Sono state inoltre illustrate le principali tecnologie di cui sono dotate le unità CFDA per essere impiegate proficuamente a supporto delle attività operative.

Nell’intervento successivo, a cura dei funzionari Renato Demarchi e Giovanni Fedrighi della Direzione Territoriale Veneto e Friuli-Venezia Giulia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stata proprio ribadita la delicatezza della fase di identificazione e acquisizione dei dati informatici.

Nell’ultimo intervento della giornata i responsabili dell’Ufficio analisi del rischio e dell’Ufficio tecnologie e Innovazione della Direzione Regionale delle Entrate, Enrico Di Pol e Felice Ungheri, hanno ripercorso l’esperienza del Nucleo di Investigazioni Digitali, avviata in Veneto nel 2010 e successivamente estesa a livello nazionale, con lo scopo di individuare i metodi e le procedure più adatte per l’acquisizione e la gestione dei dati informatici nelle attività di controllo. Il Nucleo ha anche sviluppato dei software ad hoc a supporto dei funzionari tributari nella gestione degli aspetti legati alla Digital Forensics durante gli accessi esterni.

A conclusione dei lavori la Direttrice Regionale del Veneto, Maria Letizia Schillaci Ventura, e il Direttore Centrale Tecnologie e Innovazione, Giuseppe Buono, hanno sottolineato quanto aumentare queste competenze all’interno dell’Agenzia delle Entrate, creando anche un’uniformità organizzativa e delle dotazioni tecnologiche a livello nazionale, sia la strategia da perseguire per rendere l’attività di verifica sempre più efficace e produttiva. 

24Mag

Doppio ravvedimento speciale (ma con unica scadenza)

In una sola data – quella del 31 maggio 2024 – il ravvedimento speciale unisce due scadenze diverse. La Circolare AdE 11/E del 15 maggio fa il punto sulle modifiche normative recenti, fornendo precisazioni sulle disposizioni previste dal decreto Milleproroghe (decreto legge n. 215/2023) e dal Dl n. 39/2024 (in corso di conversione).

Nonostante si parli di “ravvedimento” al singolare, il termine di fine maggio comprende due diverse scadenze. Rispetto alla norma originaria della Legge di Bilancio 2023, che prevedeva un ravvedimento speciale con una sanzione ridotta a 1/18 del minimo ordinario per sanare le dichiarazioni infedeli relative al 2021 e agli anni precedenti, il decreto Milleproroghe 2024 ha esteso questa opportunità anche alle dichiarazioni relative al 2022, sempre con la medesima sanzione ridotta.

Le tempistiche, dopo varie proroghe, convergono ora alla data-limite del 31 maggio per correggere i modelli errati e appianare il debito fiscale con il versamento della sanzione, della maggiore imposta e degli interessi, rimuovendo così automaticamente le irregolarità e le omissioni commesse.

Distinguiamo i due filoni del ravvedimento:

Primo ravvedimento: Disposto dalla manovra 2023 e oggetto di proroga, riguarda le dichiarazioni con errori e dimenticanze relative agli anni 2021 e precedenti. La scadenza del 31 maggio offre un’ulteriore possibilità di sanare tali errori, con il versamento della maggiore imposta, interessi e sanzione entro questa data. Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o coprendo le prime 5 rate (delle 8 totali) già scadute, cioè quelle del 31 marzo, del 30 giugno, del 30 settembre e del 20 dicembre 2023, più la prima rata del 2024 scaduta il 31 marzo. Le 3 rate successive scadranno il 30 giugno, 30 settembre e il 20 dicembre 2024.

Secondo ravvedimento: Introdotto dal decreto Milleproroghe 2024, esteso alle dichiarazioni presentate nel 2023 relative al periodo d’imposta 2022. Anche in questo caso, il contribuente può scegliere tra pagare tutto entro il 31 maggio o avviare un piano rateale di 4 rate, con le 3 successive alla prima scadenti il 30 giugno, 30 settembre e il 20 dicembre 2024.

20Mag

730 precompilato: attenzione alle modifiche fai da te

Dal 20 maggio è possibile apportare modifiche al 730 precompilato 2024. Dopo la fase preliminare di sola lettura iniziata il 30 aprile, si apre infatti la “fase 2”, quella operativa delle conferme o degli aggiustamenti sui dichiarativi dell’Agenzia delle Entrate. Questa fase di elaborazione dei modelli durerà fino alla scadenza del 30 settembre 2024, termine ultimo per le trasmissioni telematiche all’Agenzia delle Entrate. A differenza della fase di lettura, ora è possibile intervenire operativamente – anche con l’aiuto degli intermediari fiscali come CAF ACLI – sul modello precompilato disponibile dal 30 aprile.

730 precompilato 2024: modifiche da quando?

La dichiarazione precompilata ogni anno dall’Agenzia delle Entrate è il risultato di informazioni aggregate da diverse banche dati. Tuttavia, se c’è qualche omissione o inesattezza, il modello precompilato può essere modificato o integrato a partire dal 20 maggio, qualora il contribuente riscontri lacune nei dati forniti dall’Agenzia.

Nonostante il livello di accuratezza dei modelli precompilati sia migliorato nel tempo, è plausibile che non tutte le informazioni trasmesse all’Agenzia siano esatte. Pertanto, è sempre possibile che manchi qualche dato o che qualche informazione sia errata, motivo per cui si apre la fase delle correzioni. Se le modifiche sono effettuate dagli intermediari fiscali, il contribuente è sollevato dalla responsabilità diretta della dichiarazione, grazie all’operato dell’intermediario (per assistenza sull’elaborazione del modello è possibile affidarsi ai consulenti di CAF ACLI).

730 precompilato: il rischio del “fai da te”

Le azioni possibili, a meno che il precompilato non presenti inesattezze o omissioni (in tal caso sarà sufficiente la sola conferma e l’invio), sono due: correggere i dati errati presenti sul modello oppure inserire manualmente i dati mancanti, non caricati dall’Agenzia, come la CU di un reddito o una fattura di spese mediche non inviate dal datore di lavoro o dalla struttura sanitaria.

Affidarsi a un intermediario comporta un alleggerimento delle responsabilità legali per il contribuente. Se invece il contribuente sceglie di agire autonomamente, dovrà rispondere in prima persona davanti a eventuali verifich

18Mag

IMU: Acconto in corsa verso il traguardo del 17 giugno

Esattamente tra un mese, il 17 giugno, scade l’acconto IMU sul primo semestre 2024. Il saldo, ovvero l’altro 50% dell’imposta, scadrà il 16 dicembre. Dal 2014, i possessori delle abitazioni principali sono esenti, ad eccezione delle categorie di lusso (A1, A8 e A9). Al contrario, devono versare l’acconto i titolari di immobili e fabbricati diversi dall’abitazione principale, come seconde o terze case vuote o locate, immobili commerciali, terreni e aree fabbricabili.

Acconto IMU: le regole del calcolo

Per calcolare l’acconto IMU, è necessario conoscere la rendita catastale, il moltiplicatore associato alla categoria dell’immobile e l’aliquota stabilita dal Comune (quella del 2024, se già deliberata, altrimenti quella dell’anno precedente). Chi ha bisogno di assistenza può rivolgersi a CAF ACLI, sia in presenza su appuntamento, sia da remoto tramite l’area myCAF. Il calcolo dell’imposta avviene applicando l’aliquota comunale alla rendita immobiliare rivalutata del 5% e poi associata al moltiplicatore di riferimento. I consulenti compileranno poi il modello di pagamento F24 con l’importo dovuto.

Acconto IMU: chi deve pagare

Devono pagare la prima rata i possessori di:

  • Abitazioni principali accatastate in A/1, A/8 e A/9 (o il coniuge assegnatario in caso di separazione)
  • Fabbricati diversi dall’abitazione principale
  • Aree fabbricabili
  • Terreni agricoli

Sono tenuti al pagamento anche:

  • Titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie
  • Concessionari di aree demaniali
  • Locatari di immobili concessi in locazione finanziaria

Acconto IMU: chi è esonerato

Dal 2023, sono esenti gli immobili occupati, ovvero quelli non utilizzabili né disponibili per cui:

  • È stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria per violazione di domicilio e invasione di terreni o edifici
  • È stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale a seguito di occupazione abusiva

Le coppie sposate con doppia residenza e domicilio godono della doppia esenzione indipendentemente dal Comune in cui si trovano, a patto che le due case siano rispettive abitazioni dei coniugi.

Altre esenzioni includono:

  • Immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari
  • Alloggi sociali
  • Case assegnate all’ex coniuge a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione del matrimonio
  • Case possedute e non locate dal personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare e civile, dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e dal personale della carriera prefettizia, per cui non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica
  • Una sola unità immobiliare posseduta a titolo di proprietà o usufrutto, non locata o data in comodato d’uso, dai cittadini italiani non residenti in Italia e iscritti all’AIRE, pensionati nei rispettivi Paesi di residenza
15Mag

Cedolare secca: sì della Corte se il locatario è un’impresa

La Corte di Cassazione ha stabilito che la cedolare secca è applicabile anche se l’inquilino è una partita IVA o un’impresa, purché il locatore non agisca come impresa. La recente sentenza n. 12395 del 7 maggio ha ribaltato l’orientamento dell’Agenzia delle Entrate, che invalidava l’opzione per l’imposta forfettaria sugli affitti laddove il locatore cedesse il suo appartamento a un soggetto esercente attività d’impresa o di lavoro autonomo, anche se con finalità abitative.

Il caso in questione

Un contribuente, persona fisica, ha fatto ricorso contro una sentenza della Commissione tributaria regionale (Ctr) della Lombardia, relativa a degli avvisi di liquidazione dell’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia aveva contestato l’omesso versamento dell’imposta di registro per un contratto di locazione stipulato con una società, che destinava l’immobile abitativo al legale rappresentante della società. Il locatore aveva optato per il regime di cedolare secca, evitando così le imposte ordinarie.

Il presupposto normativo dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate si basava sul principio normativo secondo cui la cedolare secca, regime fiscale sostitutivo di IRPEF, addizionali e altre imposte sugli affitti, è inapplicabile alle abitazioni locate nell’esercizio di un’attività d’impresa o di arti e professioni. Pertanto, se l’affittuario è un’impresa o una società, la cedolare secca non sarebbe ammessa.

La sentenza della Corte di Cassazione

La Corte ha dato ragione al contribuente, confermando che il requisito fondamentale della cedolare secca è l’esigenza abitativa, anche se l’immobile è affittato a una società che lo destina a un suo rappresentante legale. La Corte ha sottolineato che il locatore, essendo una persona fisica, non agiva con finalità d’impresa.

Il contrasto interpretativo

L’Agenzia delle Entrate aveva invalidato la cedolare secca perché il contratto di affitto indicava come conduttore la società e non il rappresentante legale che utilizzava l’immobile come abitazione. Questo approccio riflette una visione più estensiva e intransigente rispetto alla logica strumentale dell’uso dell’immobile, come specificato nella Circolare 26/2011.

L’interpretazione della Corte

La Cassazione ha adottato un’interpretazione più letterale della norma, riferendosi alle locazioni effettuate nell’esercizio di un’attività d’impresa, arti o professioni da parte dei locatori. La Corte ha stabilito che il regime fiscale agevolativo della cedolare secca è concesso ai locatori privati che affittano un immobile, indipendentemente dal tipo di locatario, purché l’affitto abbia uno scopo residenziale.

Conclusioni

La sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che la cedolare secca può essere applicata anche se il locatario è un’impresa o una partita IVA, a condizione che l’immobile sia destinato a uso residenziale e che il locatore non agisca come impresa. Questa interpretazione offre una linea guida più chiara e riconduce la norma al suo reale tenore, riconoscendo il regime agevolativo ai locatori privati.

10Mag

Auto disabili: non serve certificazione per l’IVA al 4%

Il conducente disabile non è più obbligato a presentare la certificazione di handicap o invalidità per usufruire dell’IVA al 4% sull’acquisto di un veicolo. Sarà sufficiente presentare al concessionario la patente o il “foglio rosa”. Questa semplificazione normativa è stata introdotta dal DL 121/2021, risolvendo molti dubbi sollevati dai lettori.

IVA agevolata auto disabili: quali novità

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito con la risoluzione n. 40 del luglio 2023, in risposta ai dubbi sulle novità normative del DL 121/2021, come applicare le agevolazioni fiscali sui veicoli destinati ai disabili. La risoluzione si basa su una richiesta di un ente a sostegno della mobilità personale e della tutela delle persone disabili.

IVA agevolata auto disabili: le regole precedenti

Secondo la precedente legislazione (legge 97/1986), l’aliquota IVA agevolata al 4% era applicabile alle cessioni e importazioni di veicoli per disabili con specifici requisiti di cilindrata e adattamenti. Il disabile doveva produrre:

  • Fotocopia della patente di guida
  • Certificato medico attestante le ridotte o impedite capacità motorie
  • Atto notorio attestante che negli ultimi quattro anni non è stato effettuato un altro acquisto con aliquota agevolata

IVA agevolata auto disabili: nuove semplificazioni

Con il DL 121/2021, la documentazione richiesta è stata semplificata, eliminando l’obbligo della certificazione medica. Ora è sufficiente presentare:

  • Copia della patente con indicazione degli adattamenti per il veicolo agevolabile
  • Atto notorio attestante che negli ultimi quattro anni non è stato effettuato un altro acquisto con aliquota agevolata

Se la patente non è ancora disponibile, è sufficiente il “foglio rosa” con l’indicazione degli adattamenti necessari alla guida del veicolo. Il beneficio decadrà se la persona non ottiene la patente di guida delle categorie A, B o C speciali entro un anno dall’acquisto del veicolo con aliquota agevolata.

Questa semplificazione normativa rende più facile per i disabili usufruire dell’agevolazione fiscale sull’acquisto dei veicoli, riducendo la burocrazia necessaria per accedere al beneficio.